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Vino Bianco

Cinque Terre D.O.C Buranco

Vinificazione
Per produrre il Cinque Terre DOC si procede con vendemmia differenziata cogliendo ogni grappolo nel momento più espressivo. Dopo la pigia-diraspatura le uve vengono macerate a freddo per 24 ore circa e quindi sottoposte a pressatura soffice; i mosti si decantano staticamente e la fermentazione avviene a temperatura controllata. Il vino matura sur lie attraverso la tecnica del bâtonnage per sfruttare appieno le capacità aromigene dei vitigni dai quali è prodotto...

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Viticoltura
In questo territorio la vite si coltiva da circa un millennio su stretti terrazzamenti contenuti da muretti a secco. Il terreno è povero di sostanza organica e molto ricco di elementi minerali: fattori che di per sé garantiscono l’alta qualità dei vini.
Le particolari condizioni pedoclimatiche trasferiscono al vino un carattere unico. La primavera mite e piovosa consente già in marzo il risveglio delle prime gemme e favorisce l’accrescimento dei germogli, mentre l’estate calda e secca, con le sue tante ore di luce, promuove la maturazione dei tessuti e l’accumulo di zuccheri e rende possibili le prime vendemmie alla metà di settembre.

Vitigni

Bosco
Nel corso del tempo vari vitigni si sono susseguiti nel comprensorio, alcuni ormai scomparsi. Attualmente quello più legato al territorio è il Bosco, coltivato intensamente nelle Cinque Terre e sporadicamente in alcune altre zone della Liguria. Questo vitigno ama il calore del sole e il riverbero del mare di cui fa tesoro nella sua lenta maturazione, e si comporta in modo tale da poterlo definire ”un vitigno bianco dall’anima rossa”, perché conferisce ai vini una forza austera e selvaggia (da ciò il nome ”bosco”). Il suo acino appassito sprigiona in bocca un intenso sentore di albicocca e i vini prodotti sviluppano aromi complessi. Il bosco si rivela dunque un vitigno aromigeno e anche a grande maturazione mantiene buona acidità.

Vermentino
Altro vitigno molto diffuso nelle Cinque Terre e in tutto l’areale del Mediterraneo nord-occidentale è il Vermentino. Coltivato da secoli in questa zona, anche prima del Bosco, si è adattato benissimo all’ambiente selezionando piante molto rigogliose anche in condizioni di siccità estiva. Portato a buona maturazione dà ai vini aromi fruttati e floreali e grande morbidezza gustativa; in appassimento può produrre ”muffa nobile infavata” che sviluppa nei vini di questa categoria sensazioni grasse e avvolgenti.

Albarola
Nella fascia medio-alta dei vigneti delle Cinque Terre, il vitigno più diffuso era l’Albarola. Della famiglia dei trebbiani, viene coltivato in tutta la Riviera Ligure di Levante sotto i nomi di trebbiano nostrale, albarosa, bianchetto genovese. Presente da secoli, ha dimostrato un adattamento straordinario a questo tipo di terreno dando luogo a piante di grande longevità.
Il grappolo è piccolo con acini molto serrati tra loro, che a piena maturazione conservano colore tenue e profumo delicato. Ideale per mosti vinificati con macerazione fermentativa, conferisce fragranza ed eleganza ai vini.

Vinificazione
Per produrre il Cinque Terre DOC si procede con vendemmia differenziata cogliendo ogni grappolo nel momento più espressivo. Dopo la pigia-diraspatura le uve vengono macerate a freddo per 24 ore circa e quindi sottoposte a pressatura soffice; i mosti si decantano staticamente e la fermentazione avviene a temperatura controllata. Il vino matura sur lie attraverso la tecnica del bâtonnage per sfruttare appieno le capacità aromigene dei vitigni dai quali è prodotto.

Degustazione
Il colore è paglierino con riflessi dorati, limpido e profondo.
Al naso si apre lentamente, come tutti i vini di stoffa: i profumi sono intensi e molto persistenti a piena ossigenazione. L’attacco è marino, salsoiodico, sapido-minerale; man mano che l’ossigeno penetra nel tessuto del vino emergono sensazioni floreali – biancospino, zagara – splendidamente amalgamate alla vaniglia.
Al palato rivela ancora più intensa l’anima minerale della terra da dove proviene: sapido e salsoiodico sulla lingua, avvolgente e floreale sulle pareti orali, di nuovo minerale e marino al retrogusto. Vino di bella continuità e lunga persistenza.
Dalle sensazioni rilevate alla degustazione, per una sorta di mutua induzione, viene subito in mente l’accostamento gastronomico alle ostriche, alle vongole, ai muscoli e agli altri frutti di mare; ottimo anche con il pesce in abbinamento alle erbe aromatiche.

Vino Rosso

Rosso Bianco

Produrre vino rosso nelle Cinque Terre rappresenta una novità, oltre che una sfida, ma soprattutto deve essere il risultato di una ricerca seria e puntigliosa su come riuscire a esprimere il territorio in una forma non consueta.
I contadini locali hanno sempre prodotto vino rosso, ma solo per consumo personale, non ritenendolo degno di essere commercializzato…

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Vinificazione
Le uve, portate a piena maturazione dal punto di vista sia zuccherino sia polifenolico, subiscono lunghe macerazioni con due follature giornaliere in modo da estrarre dalle bucce tutte le sostanze coloranti e minerali che esprimono il territorio.
Il vino matura in fusti di rovere francese (barrique e tonneau) per 12 mesi, e in seguito si affina prima in botti di acciaio e poi in bottiglia, per essere pronto a due anni dalla vendemmia.

Degustazione
Il colore è rubino intenso di bella densità e profondità.
Il naso, intenso e persistente, rivela frutti rossi di bosco, peperone, ardesia bagnata e pietra focaia insieme alla tipica nota salsoiodica.
Al palato l’ingresso è ampio, intenso e molto persistente, con un bel volume fruttuoso che introduce gradualmente alla trama minerale intessuta con gli elementi salsoiodici che rappresentano la vera originalità di questo vino.
Gli abbinamenti gastronomici potrebbero essere le carni, o anche alcuni pesci cotti sulla ciappa (termine ligure che indica una piccola lastra di ardesia, che viene portata a temperatura elevata sul fuoco vivo); ottimo con stufato di capra e interiora in casseruola. Tra i formaggi si abbina bene a pecorini stagionati o di fossa.

Produrre vino rosso nelle Cinque Terre rappresenta una novità, oltre che una sfida, ma soprattutto deve essere il risultato di una ricerca seria e puntigliosa su come riuscire a esprimere il territorio in una forma non consueta.
I contadini locali hanno sempre prodotto vino rosso, ma solo per consumo personale, non ritenendolo degno di essere commercializzato.

A BURANCO, dopo varie prove sul campo e in cantina, si sono selezionati due vitigni a bacca rossa: il Cabernet Sauvignon – che ha dimostrato grande adattamento al territorio offrendo splendide uve anche in annate diametralmente opposte – e lo Syrah, che dà il meglio di sé nel microclima e nei terrreni magri e rocciosi delle Cinque Terre.

Sciacchetrà

Sciacchetrà

Nell’immaginario collettivo lo Sciacchetrà rappresenta la quintessenza delle Cinque Terre ed è una sorta di mito tra i passiti. Tale è la sua rarità che quasi lo si può paragonare all’Araba Fenice. Come alcuni altri produttori locali, negli ultimi anni anche BURANCO ha voluto rilanciarne la produzione…

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Nell’immaginario collettivo lo Sciacchetrà rappresenta la quintessenza delle Cinque Terre ed è una sorta di mito tra i passiti. Tale è la sua rarità che quasi lo si può paragonare all’Araba Fenice. Come alcuni altri produttori locali, negli ultimi anni anche BURANCO ha voluto rilanciarne la produzione.

Vinificazione
Per ottenere questo passito si opera una severa selezione dei grappoli migliori di ogni vigneto, che si lasciano poi appassire in locali ombreggiati e ariosi. Quando l’uva è al giusto punto di disidratazione si i grappoli vengono controllati uno per uno, deraspati e sottoposti a pigiatura soffice. La fermentazione è spontanea, e la macerazione fermentativa procede per circa una settimana. Una volta separata la buccia dal mosto, la fermentazione continua sino a trovare il punto di equilibrio. L’affinamento avviene in acciaio, dove si mantiene un ambiente riduttivo.

Degustazione
Il colore è quello dell’ambra e del topazio con bei riflessi luminosi che ne esaltano le sfumature.
Al naso è molto persistente, con note di albicocca, ananas ed erbe aromatiche della macchia mediterranea; in alcuni casi emergono gli agrumi canditi.
Il palato, molto intenso e persistente, evidenzia un filo conduttore sapido-tannico avvolto in sensazioni grasse e vellutate; l’equilibrio tra queste due sensazioni rende questo vino mai stucchevole, cosa molto importante per un passito.
I riconoscimenti al gusto possono essere la polpa dell’albicocca e l’ananas, con un netto retrogusto minerale che esprime il territorio.
Gli abbinamenti gastronomici sono caleidoscopici: pasticceria secca, pandolce vecchia Genova, pecorini stagionati, formaggi erborinati, fegato d’oca passato in padella col vino stesso.

Grappa

Grappa

Con le vinacce di Bianco, Rosso e Sciacchetrà la nota distilleria dei fratelli Rovero di San Marzanotto (Asti) produce una grappa che riflette le peculiarità di BURANCO.

Con un piccolo alambicco a bagnomaria Franco Rovero distilla l’essenza della nostra terra. Morbida al naso, con sensazioni di rosa e viola, la nostra grappa si rivela secca, intensa, calda e molto persistente al palato, dove sviluppa l’avvolgenza tipica dello Sciacchetrà.

Miele

Miele

Nella valle di BURANCO l’apicoltura è un’attività privilegiata, perché le api trovano nelle immediate vicinanze una grande varietà di piante che fioriscono in periodi diversi dell’anno e dispongono di nutrimento sicuro anche durante l’inverno….

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Nella valle di BURANCO l’apicoltura è un’attività privilegiata, perché le api trovano nelle immediate vicinanze una grande varietà di piante che fioriscono in periodi diversi dell’anno e dispongono di nutrimento sicuro anche durante l’inverno.
Il microclima di BURANCO offre nel mese di febbraio il profumo dell’erica arborea, a marzo il colore giallo dell’acetosella – che la gente del luogo chiama ”pane e vino” sintetizzandone le proprietà nutritive – ad aprile i fiori di ciliegio, albicocco e pesco, a maggio quelli di arancio e limone, a giugno di acacia, a luglio di more, da agosto a gennaio fiori di bosco e di macchia mediterranea; nei mesi di ottobre e novembre le api sono attratte dalle infiorescenze di corbezzoli e nespoli, il cui polline favorisce la salute della covata.

Grazie al clima mite e alle fioriture invernali le api mantengono una covata anche in inverno, e a primavera sono già numerose e pronte alla raccolta.
In un territorio quasi incontaminato riusciamo a produrre un miele naturale, puro, dal gusto ottimo, e ricco di una straordinaria diversità biologica.

Limoncino

Limoncino

Coltiviamo i nostri limoni secondo le regole dell’agricoltura biologica e li raccogliamo precocemente per selezionare il meglio del nostro limoneto storico e garantire un alto contenuto di olii essenziali.

La ricetta è quella tradizionale monterossina: velo giallo della scorza sbucciata a mano, alcool e zucchero. Ne basta un piccolo sorso perché il consumatore attento ritrovi l’essenza del frutto del sole e, in più, gli aromi del luogo dove maturano i limoni.

Olio d’oliva

Olio d’oliva extavergine

L’olio d’oliva è un alimento che da secoli nutre le popolazioni del Mediterraneo. La saggezza popolare insegna che questo mare finisce dove non cresce più l’ulivo.
Nelle Cinque Terre si coltiva sulle strette terrazze dei litorali scoscesi, soprattutto nei luoghi meno soleggiati dove la terra buona è rara e la gestione del territorio particolarmente impegnativa.
Durante la raccolta sotto gli ulivi si stendono reti per recuperare i frutti bacchiati a mano. L’olio che produciamo è di grande qualità: un albero ben curato rende in media 15 kg di olive, che corrispondono a circa 2 litri di olio…

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L’olio d’oliva è un alimento che da secoli nutre le popolazioni del Mediterraneo. La saggezza popolare insegna che questo mare finisce dove non cresce più l’ulivo.
Nelle Cinque Terre si coltiva sulle strette terrazze dei litorali scoscesi, soprattutto nei luoghi meno soleggiati dove la terra buona è rara e la gestione del territorio particolarmente impegnativa.
Durante la raccolta sotto gli ulivi si stendono reti per recuperare i frutti bacchiati a mano. L’olio che produciamo è di grande qualità: un albero ben curato rende in media 15 kg di olive, che corrispondono a circa 2 litri di olio.
La parte più consistente del nostro uliveto occupa un declivio rivolto a nord-est, ideale per garantire una lenta maturazione delle olive: si ottiene così un olio extravergine leggero e fruttato che, spremuto a freddo immediatamente dopo la raccolta, mantiene tutta la freschezza e l’intensità dei frutti.

L’olio d’oliva è la giusta scelta di chi intende seguire un’alimentazione sana e naturale. E’ l’unico olio la cui estrazione non richiede trattamenti chimici, e per questo le vitamine e le sostanze nutritive di cui è ricco si degradano più lentamente. Trasmettendo la forza e la vitalità della pianta, l’olio d’oliva infonde vivacità alla mente e resistenza al fisico.
Simbolo di pace e di salute già per gli antichi Greci, l’ulivo non conosce vecchiaia e sopravvive alle generazioni che passano.
Gli ulivi di BURANCO, le cui origini risalgono all’Alto Medioevo, ne sono la dimostrazione vivente.

Limoni

Limoni

L’albero di limone è simbolo del clima mite mediterraneo: attecchisce e prospera solo dove la temperatura non scende sotto il punto di congelamento neppure d’inverno, dove l’abbraccio luminoso e caldo del sole lascia sufficiente umidità nel suolo, e fiori e frutti in via di maturazione non sono disturbati da venti impetuosi…

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L’albero di limone è simbolo del clima mite mediterraneo: attecchisce e prospera solo dove la temperatura non scende sotto il punto di congelamento neppure d’inverno, dove l’abbraccio luminoso e caldo del sole lascia sufficiente umidità nel suolo, e fiori e frutti in via di maturazione non sono disturbati da venti impetuosi.

Gli agrumeti di Monterosso sono noti da secoli per la loro posizione ideale e per la qualità dei frutti che producono: qui crescono limoni sani senza bisogno di insetticidi e fungicidi.
La maturazione avviene soprattutto a partire da dicembre, nel cuore dell’inverno: sembra quasi che il limone voglia regalare agli uomini, nella stagione del buio, la luce concentrata del sole.

Il loro ”effetto luce” si sfrutta ogni volta che i cibi devono essere protetti dall’imbrunimento. Batteri, funghi, virus – forme di vita che si moltiplicano nell’oscurità – sono costretti a retrocedere di fronte alla luce del limone. La sua azione antimicrobica è nota da secoli, e non è l’unica: nella parte bianca della scorza si trova una sostanza dall’azione antinfiammatoria simile a quella del cortisone, ma priva dei suoi effetti collaterali.
Da queste parti si dice che la luce del limone riesce a penetrare perfino nell’anima di chi soffre nel buio della depressione, e offrire agli amici in visita un paio di limoni raccolti insieme dall’albero significava, letteralmente, regalare luce.